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7 punti chiave nella scelta di un buon educatore cinofilo

  • 16 gen
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 20 gen

Educatore o addestratore?

Un argomento di discussione è l'eterno dilemma che avviene tra educare il cane o addestrarlo.

Come si sente dire fin troppo spesso secondo me "Educare arriva dal latino educere, ossia tirare fuori ciò che sta dentro" e poi ancora " Addestrare significa rendere capaci di fare".

Qualcuno, forse per non volersi confrontare con tutto questo, o forse per sentirsi più internazionale si fa chiamare dog-trainer.

Non ho mai apprezzato troppo questo tipo di polemiche, per quanto credo sia importante saper utilizzare le parole corrette, penso anche che più che a come si vuole definire un professionista si dovrebbe tenere in considerazione il suo modo di lavorare e capire se è quello più adatto a noi e al nostro cane.

In questo articolo vorrei cercare di mettere un po' di chiarezza e inserire dei punti fondamentali che io andrei a valutare nella scelta del professionista.


Allenamento di Rally Obedience
Allenamento di Rally Obedience

7 punti fondamentali nella scelta del professionista


  1. Amare i cani. Non può esserci un professionista cinofilo che non ama i cani. Il lavoro dell'educatore nello specifico richiede una conoscenza profonda che solo un vero amante del mondo canino può avere.

  2. Esperienza e qualifiche. Ovviamente non è sufficiente l'ammirazione verso i cani e possederne uno per essere qualificati. Le qualifiche si ottengono con percorsi e studi adatti alla formazione dell'educatore. L'esperienza la si ottiene lavorando con i cani. Personalmente credo che non si smetta mai di imparare nel mondo cinofilo e che ci sia sempre qualche nuovo tassello da aggiungere alla propria esperienza.

  3. Umiltà ed empatia. Diffiderei da chi pensa di essere bello che arrivato e avere la piena conoscenza di tutto. Come scritto precedentemente ci sono sempre nuovi tasselli da aggiungere alla nostra conoscenza ed essere in grado di riconoscerlo ci permette di avere una mente più flessibile. Ci permette di analizzare veramente a fondo ogni nuovo caso senza generalizzare solo perché "di solito gli altri cani fanno così". L'empatia ci aiuta a comprendere meglio il soggetto nella sua singolarità e unicità ed a entrare in contatto con lui.

  4. Metodologia. Un buon educatore lavora con approcci positivi, studiati per garantire la serenità mentale del cane e per fargli comprendere le motivazioni dietro a determinate scelte. Costruire un rapporto di fiducia con il proprietario sarà un parte fondamentale del percorso. Pensare che il cane ci deve seguire solo perché siamo i "capibranco" è assolutamente retrogrado e limitato.

  5. Approccio personalizzato. Ogni storia è diversa da un'altra, per questo ogni binomio ha bisogno di un percorso studiato appositamente per sé. Da valutare inoltre i servizi inclusi nel percorso, come la disponibilità a fare video call, o reperibilità telefonica in caso di necessità.

  6. Continuità. Informarsi con quali tempistiche vengono svolte le lezioni, durata di queste e con quale cadenza. Inoltre se c'è la possibilità di ulteriore supporto finite le lezioni.

  7. Intuito. Nostro e del cane. Dobbiamo sentirci a nostro agio con l'educatore e lo stesso vale per il nostro cane. L'intesa è fondamentale per poter affrontare insieme un percorso. E se il nostro cane è fortemente a disagio, forse ci sta già comunicando qualcosa.


La scelta di un educatore cinofilo giusto ci permette di avere al nostro fianco una figura in grado di aiutarci nella crescita relazionale con il nostro cane, capace di ascoltarci, comprendendo le nostre paure e i nostri dubbi e trovando soluzioni adatte alle nostre necessità e a quelle del nostro cane.




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